Nell‘anno del centenario del manifesto futurista, il Museo Boncompagni Ludovisi di Roma rende omaggio a Pippo Oriani, architetto, pittore, regista, riconosciuto come uno degli esponenti di spicco del cosiddetto Secondo Futurismo, la fase cronologicamente compresa tra le due guerre mondiali. Viene presentato, infatti, il catalogo generale dei dipinti e proiettato il film Vitesse (Velocità), unica testimonianza rimasta del cinema futurista. Pippo Oriani partecipò fin da giovanissimo al movimento futurista torinese: grazie alla stima di Enrico Prampolini fu infatti inserito fra gli espositori della prima mostra dedicata all’architettura futurista nel capoluogo piemontese nel 1928. L’allora giovane studente di architettura (era nato nel 1909) fu partecipe di molte iniziative del movimento, assumendo una posizione di spicco a Torino, soprattutto dopo la morte di Fillia. Negli anni successivi Oriani (una volta riuscito a ottenere il passaporto pur non essendo iscritto al partito fascista, al quale fu sempre ostile) risedette per diversi anni a Parigi, entrando in contatto con la cultura internazionale. Proprio nella capitale francese, nel 1931, il giovane intellettuale torinese realizzò Vitesse, di cui si conserva uno spezzone di tredici minuti, l’unica testimonianza delle sperimentazioni futuriste in campo cinematografico. Il film fu realizzato in collaborazione con gli scrittori futuristi Tina Cordero e Guido Martina: nel lungometraggio venivano rappresentate coreografie visionarie realizzate con oggetti della vita quotidiana messi in movimento grazie al montaggio dei fotogrammi. Oriani aveva realizzato anche lavori preparatori andati perduti per un progettato cartone animato su Petrolini.
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