Bertoloti Cesare nacque a Brescia il 19 sett. 1854 e qui studiò pittura con R. Venturi e A. Glisenti. Con varie borse di studio del comune sul legato Brozzoni, andò a Firenze (1876-1878), dove frequentò lo studio di G. Ciaranfi (restando estraneo ai macchiaioli), poi a Milano (1879), dove studiò a Brera con G. Bertini, a Roma (1880-81), dove lavorò con C. Maccari, e infine a Monaco (1882) con F. S. Lenbach.
Dopo questi sette anni di studio si stabilì a Brescia donde più non si mosse se non per i lunghi soggiorni nei dintorni (Gavardo, Paspardo). Qui fu tra i fondatori del circolo artistico "Arte in Famiglia" (sciolto nel 1930). Da Brescia mandava i suoi quadri a tutte le mostre più importanti: a Roma (ottenne successi nel 1883, alla prima Esposizione internazionale con il Portale di S. Fermo a Verona), a Torino (nel 1900 la Società promotrice delle Belle Arti acquistò Un bacio al sole), a Venezia (cfr. cataloghi delle Biennali VII-X), a Milano (nel 1911 espose alla Permanente Gli spasimi delle piante, Milano Gall. d‘arte moderna; nel 1915 vinse il premio principe Umberto con Nella solenne tranquillità dei monti), ecc.
Nel 1889 aveva sposato Teresa Lancellotti, da cui nacque (8 maggio 1890) il figlio Giuseppe che, capitano d‘artiglieria da montagna, fu ferito sul monte Badenecche il 21 nov. 1917 e morì a Innsbruck il 4 dicembre successivo. Alla sua memoria fu concessa la medaglia d‘oro. Le sue Lettere dal fronte furono pubblicate (Firenze 1923) con prefazione di Giannino Antona-Traversi.
Il Bertolotti morì a Brescia il 25 giugno 1932.
Il B. fu essenzialmente paesaggista: la natura fu la sua costante fonte d‘ispirazione ed egli la rese nelle sue manifestazioni più solenni, servendosi di una pennellata facile e larga e raggiungendo delicati accordi di tonalità attraverso una visione leggermente velata. Fu la sua una pittura quindi piuttosto uniforme proprio per questa sua fedeltà a un solo soggetto. Si cimentò tuttavia anche nel ritratto (Maria di Romania,1913, ubicazione ignota) e nell‘affresco (Brescia, palazzo della Loggia; chiesa della Madonna delle Grazie, ingresso di sinistra, Storia della Madonna; Salò, villa Simonini, oggi Hotel Laurin, 1911).
Bibl.: Lo studio più completo e recente sul B. è quello di M. Marioli in Pittori dell‘800 bresciano (catal.), Brescia 1956, pp. 42 s., 47, 72-75 (bibl.; che però non è esatta poiché molti dati si riferiscono invece a F. Filippini). Vedi quindi, oltre ai cataloghi delle varie mostre citate nel corso della voce: M. Labò, Pittori e illustratori, C. B., in Natura e Arte ,XIV(1904-1905), 5, pp. 295-304; G. Marangoni, La valle Camonica nell‘arte, C. B. e l‘ultimo premio principe Umberto, in Cultura moderna, XXIV (1915). pp. 292-300; V.Lonati, C. B.(necrologio), in Commentari dell‘ateneo di Brescia, 1932, pp. 425-430 (ibid., 1954, pp. 131 s., sono le stesse notizie abbreviate); B. Spataro, La pitt. dei secc. XIX e XX, in Storia di Brescia, IV, Brescia 1964, p. 60; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, III, p. 508.
Giuseppe Bertini Pittore italiano (Milano 1825 - ivi 1898). Figlio di Giovanni Battista, seguitò l‘arte paterna in collaborazione con il fratello Pompeo, ma soprattutto si dedicò alla pittura, seguendo i modi di F. Hayez e insegnando per varî anni a Brera. Eseguì affreschi per chiese e palazzi milanesi e ottimi ritratti; ... affresco Tecnica pittorica consistente nello stendere colori diluiti con acqua su uno strato di intonaco fresco che, asciugandosi, forma una superficie dura e compatta che fissa il colore Figura (disegno o fotografia) stampata o inserita in un volume o in un periodico. ● L’uso di illustrare un testo compare in epoca antichissima, prevalentemente circoscritto nell’antico Egitto a opere di carattere religioso, in Grecia a testi scientifici e letterari in cui le immagini sono intercalate ...
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