Ilario Ciaurro Orvieto, Palazzo Coelli, Piazza Febei, 3 25 maggio – 15 luglio 2012 Tutti i giovedì – venerdì – sabato e domenica dalle ore 10:00 alle ore 18:00 ingresso gratuito Autoritratto CiaurroL‘artista Ilario Ciaurro è il protagonista della mostra promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto e ospitata a Palazzo Coelli. Sono 145, raccolte in cinque sale, le interessanti opere che si possono ammirare: dipinti, sculture, incisioni e ceramiche provenienti da collezioni pubbliche e private, tra cui una selezione di 17 opere donate dalla nipote dell‘artista, Iole Colombini Gasperoni, alla Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, e ceramiche e documenti appartenuti a Pericle Perali provenienti dalla collezione di proprietà del Comune di Orvieto. La mostra è a cura di Teresa Sacchi Lodispoto e Sabrina Spinazzè per le sezioni pittura, grafica e scultura, e da Alberto Satolli per la sezione ceramica. Pittore, scultore, incisore, ceramista, decoratore d‘interni, scrittore, critico d‘arte, giornalista, polemista, animatore culturale, Ilario Ciaurro (Cicciano, Napoli, 1889 – Terni 1992) ha segnato, nella sua lunghissima esistenza, un intero secolo di vita artistica umbra. Un‘attività multiforme che, nonostante solo raramente oltrepassi i confini della scena locale, si svolge sempre con matura consapevolezza rispetto agli indirizzi dell‘arte del suo tempo. Sin dagli esordi Ciaurro orienta la sua ricerca pittorica in direzione antiaccademica, neoromantica e postimpressionista. Rispetto a queste istanze non derogherà mai, neanche nella seconda metà del secolo; piuttosto, le arricchirà di nuovi spunti, mentre in sede critica difenderà con consapevolezza la spontaneità della visione e la scelta di soggetti intimistici. Negli anni Venti e Trenta, dunque, l‘artista preferisce, alla statica solidità di molta pittura dell‘epoca, un linguaggio impostato su valori cromatici e luministici, mostrandosi sensibile verso le suggestioni dell‘arcaismo e, in particolare, della pittura del Trecento e del Quattrocento umbro. Contestualmente, mettendo a frutto un‘insopprimibile vocazione alla manualità artigianale, si afferma tra i principali ceramisti umbri. Ricollegandosi a un‘antica tradizione, attraverso l‘esperienza della direzione della fabbrica orvietana "Arte de‘ Vascellari" di Pericle Perali, poi continuata nella sua fabbrica fondata nel 1924 e chiusa nel 1937, rinnova i fasti della ceramica medioevale con nuove iconografie e modalità stilistiche, producendo attivamente per l‘Italia e per gli Stati Uniti. Stabilitosi definitivamente a Terni nel 1948 dopo un periodo trascorso in Lombardia, nel secondo dopoguerra diviene figura chiave dell‘ambiente artistico locale, animatore culturale e punto di riferimento per gli artisti più giovani, ma anche titolare di un nuovo laboratorio ceramico, da cui escono oggetti d‘uso lontani dal revival medievale e attenti alle novità del design contemporaneo, destinati alla decorazione di edifici pubblici e a interni di abitazioni private. Notevole è anche il suo apporto alla vita pubblica ternana, che da consigliere comunale lo vede impegnato a fianco di Aurelio De Felice a favore dell‘apertura dell‘Istituto d‘arte, di cui assume la carica di vicepresidente. Attivo fino agli ultimi giorni della sua vita, realizza negli anni Ottanta e Novanta dipinti di grande formato caratterizzati da una straordinaria esplosione di colore.
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