Favignana, il paese dove Giovanni Tammaro (Mattò)
Le pitture di Gianni Mattò sono inconfondibili. In esse si può notare una spiccata caratterizzazione cromatica tutta particolare, dove il rosso e il nero prevalgono nella sottolineatura che l‘autore usa fare nelle scene tipiche della pesca del tonno. E‘evidente che queste scene abbiano, forse da sempre, stimolato la fantasia dell‘artista, portando ad una rappresentazione pittorica particolare, che s‘impone all‘osservazione anche del pubblico non molto esperto in fatto di pittura. Il tonno è sempre al centro di ogni quadro e sembra dimostrare non un fatto ineluttabile di mare, ma una presenza attiva di lotta per sopravvivere. Lo sforzo degli uomini, impegnati anch‘essi nella non lieve fatica per la sopravvivenza, risalta dalla forma poderosa della muscolatura delle loro braccia e dalle facce contratte, volte l‘una verso l‘altra, quasi alla ricerca di una intesa perfetta al fine di prevalere nella lotta immane. Tutti gli altri elementi che si intravedono nelle scene della mattanza sono di contorno. Pure, a mio avviso, essi servono a localizzare gli avvenimenti, rappresentati nel loro caratteristico ambiente naturale. Come, infatti, non riconoscere in quelle ciminiere, in quelle case bianche, che fanno da sfondo, elementi che ci ricordano l‘isola di Favignana? Favignana, il paese dove Giovanni Tammaro (Mattò) è nato e dove ha trovato la carica emotiva che lo ha portato sulla strada dell‘arte. E in questa strada ha trovato non pochi consensi e critica lusinghiera, come quella espressa da Salvatore Fiume: "Non si fa fatica ad accorgersi che l‘autore è un forte narratore delle mattanze ed un artista che ha innata la pittura come unico mezzo di espressione". Una espressione autentica di vita favignanese, messa in cornice e presentata come tessera di un mosaico culturale, che mi fa piacere presentare a chi visita con intelligenza e occhio attento la nostra isola.
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