MAGNELLI ALBERTO
 
ARTISTA OPERE MOSTRE IN ASTA
 

Firenze 1888 - Meudon, Parigi 1971, Verso il 1911 si avvicina agli intellettuali e agli artisti che fanno capo alla rivista "La Voce". Con Aldo Palazzeschi nel 1914 si reca a Parigi. Grazie a questo soggiorno scopre il movimento cubista e frequenta Apollinaire, Picasso, Max Jacob, Gris, Matisse, Léger, de Chirico (al quale sarà legato da una profonda amicizia), Archipenko. Tornato in Italia, fra il 1915 e il 1918 (anno delle "Explosions Lyriques"), realizza alcune serie di opere astratte. La pittura figurativa del dopoguerra - incentrata sul paesaggio e su temi di vita contadina - richiama l‘originaria passione per i primitivi toscani. Fra il 1931 - l‘anno dopo si trasferisce definitivamente a Parigi - e nel 1934 realizza la serie di dipinti denominati "Pierres", legate alla visione delle cave di marmo di Carrara, che segnano un ritorno all‘astrazione, che poi, fino alla morte, sarà incentrata sulla ricerca e sullo sviluppo di equilibri cromatici e di ritmi formali. Espone le "Pierres" nel 1934 nella prima personale parigina, da Pierre Loeb. A Parigi conosce Kandinsky e si unisce al gruppo "Abstraction-Création". Nel 1932 aveva esposto cinque opere alla Biennale di Venezia e nel 1935 presenta altrettante opere alla Quadriennale di Roma; nella seconda metà degli anni Trenta espone anche alla Galleria del Milione a Milano. Nel 1937 espone alla mostra "Origines et Développement de l‘Art International Indépendent" al Jeu de Paume, e tiene la prima personale a New York, alle Boyer Galleries. Nel 1939, alla Galerie Charpentier, è presente al "Salon de Réalités Nouvelles"; parteciperà anche alle edizioni del dopoguerra. Durante l‘occupazione nazista, Magnelli vive in Provenza in compagnia della moglie e dei coniugi Arp e Delaunay. Nel 1945 espone tre opere alla mostra "Art Concret", allestita alla Galerie Drouin. Nella stessa galleria tiene una grande retrospettiva nel 1947, in cui viene definito "le peintre abstrait le plus important de Paris". Consacrato come uno dei grandi maestri storici dell‘astrattismo internazionale, gli verranno dedicate sale personali alle Biennali di Venezia del 1950 (diciotto opere) e del 1960. Nel 1953 ottiene il secondo premio alla Biennale di San Paolo del Brasile, dove otterrà, due anni dopo, il primo premio; nel 1954 gli viene dedicata una personale al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles; nel 1955 partecipa a Documenta II a Kassel. Nel 1963 viene organizzata una retrospettiva al Kunsthaus di Zurigo, che poi passa a Palazzo Strozzi a Firenze. Nel 1968 si tiene una sua ampia personale (centosettantatré opere) al Musée national d‘art moderne di Parigi, e sue mostre si terranno nei due anni successivi in alcuni musei francesi. Magnelli muore nella sua casa di Meudon il 20 aprile 1971. Sulla sua tomba, nel cimitero della cittadina vicino a Parigi dove abita dal 1958, si può leggere l‘epigrafe da lui dettata prima della morte: "Alberto Magnelli / 1888-1971 / pittore fiorentino". Tra le mostre a lui dedicate in spazi pubblici dopo la sua scomparsa, vanno almeno ricordate quelle al Palazzo dei Diamanti di Ferrara nel 1979, al Palazzo Vecchio di Firenze, al Palazzo dei Papi di Avignone e al Musée d‘art moderne di Saint-Etienne nel 1988, al Centre Georges Pompidou di Parigi nel 1989, al Musée Magnelli di Vallauris nel 1998, al Museum Würth di Künzelsau nel 2000, al Museo Villa dei Cedri di Bellinzona e al Refettorio delle Stelline di Milano nel 2001.

 
 
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