Piaccione Gianluca nato a Taranto il 18/10/1971. Spirito indipendente, ha un rapporto di amore ed odio con lo studio. Affascinato dall‘arte e dalla tecnologia, lascia volare il suo spirito e la sua fantasia su questi due percorsi apparentemente contradditori. Si pensa sempre alla razionalità come nemica dell‘arte, ma Piaccione è riuscito a conciliare queste due tendenze che a prima vista appaiono conflittuali. Ottenuto un diploma tecnico, comincia a sfruttare le sue conoscenze per dare il via ad una forma di arte tecnologica ma piena di fantasia e creatività. Nulla d‘istintivo o gestuale,nessun taglio piega o volume ,casuale tutto, ma riconducibile ad un preciso sistema complesso ed elaborato di tagli e pieghe,che nel maggior dei casi non vogliono rappresentare nulla che non sia semplicemente pura forma geometrica lineare e ripetitiva.In molte opere parte vitale diventa il retro della tela che tagliata e risvoltata sulla parte anteriore,non viene più limitata alla sua funzione nella realizzazione dell‘opera, ma diviene parte attiva ed essenziale della stessa. La ricerca costante di Piaccione sta nell‘estrapolare dalla tela;che altro non è che una superfice piatta, gelida e priva di forme, dei modelli tridimensionali che disintegrino la planarità invadendo lo spazio antistante la superfice stessa. Il colore è un surplus, perchè non è parte ne necessaria ne essenziale, al massimo evidenzia o talvolta sminuisce le forme date dal particolare rapporto della dimensione spaziale e quella temporale.Ogni volta che inizia un progetto già prestabilito nella sua mente,spesso accade che la forma finale non sia portata a compimento perchè guardando e toccando la tela, i tagli e le pieghe inizialmente ideati ,è la tela stessa a suggerirgli cosa potrà diventare, quale forma assumere per poi ricambiare nuavamente,trasmettendogli sensazioni visive e tattili in funzione delle forme assunte, figurative o astratte che siano. L‘importante, e cosa essenziale, è occupare lo spazio. Ad instradare Piaccione su questo sentiero è stata l‘enorme passione per l‘arte contemporanea che lo ha portato ad iniziare a collezionare tanti artisti per il solo puro piacere estetico, ed alcune filosofie giapponesi: aikydo(arte marziale la cui filosofia porta l‘uomo ad armonizzarsi con le forze dell‘universo senza mai scontrarsi ).Kirigami(kiri=tagliare;gami=carta).Origami(ori=pieghe;gami=carta). Inia tutto da un piccolo progetto su un foglio quadrettato, su modulo base al quale si aggiungono pieghe e tagli arrivando a realizzare un complesso studio di forme in piccola scala. Nelle composizioni domina sempre un senso di equilibri,movimento e staticità ,emergono strutture compositive piramidali (ESTRAPOLAZIONI), spesso una o più di una, ma ripetuta più volte fino a creare un complesso insieme strutturale, avente più livelled altezze;oppure tele tagliate, piegate e pressate (SUPERFICI). Inizialmente guardando le tele può capitare di percepire un senso di caos, creato dal movimento dell‘osservatore stesso, in quanto spostandosi crea delle angolazioni diverse e quindi prospettive diverse che variano con l‘incidenza della luce sulla tela, producendo sempre ombre e tagli di luce diversi in base all‘angolazione della fonte luminosa. La gamma di colori è limitata a colori metallici o primari, usati puri senza sfumature, toni accesi affiancati a toni spenti che danno vita a tagli netti. Le tele sono prive di espressività ,dominano linee ascendenti e discendenti, parallele e perpendicolari. Per inquadrare il lavoro di Piaccione si potrebbe fare qualche similitudine o rapporto a filoni artistici come il cubismo reso pratico, il suprematismo o l‘OP-ART (optical art di Vasarely, che lo ha molto ispirato ) oppure riferimenti a Lucio Fontana per i tagli, Berlingeri per le pieghe, Bonalumi e Castellani.per il senso del volume.
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