Piero Gilardi (Torino, 1942) è uno scultore italiano. Nel 1963 debuttò con un‘esposizione neodadaista di Macchine per il futuro[1] presso la Galleria L‘Immagine di Torino.
Ottenne grande fama con i Tappeti natura nel 1965: si tratta di opere realizzate in poliuretano, che riproducono, in modo estremamente realistico, frammenti di ambiente naturale, a scopo ludico, ma anche di denuncia verso uno stile di vita che, col passare del tempo, diventa sempre più artificiale (Greto di torrente, Galleria d‘arte moderna, Cagliari). Tali Tappeti vennero esposti ad Amburgo, Amsterdam, Bruxelles, Colonia, Milano, New York e Parigi. A partire dal 1968 Gilardi interrompe la produzione di opere per partecipare all‘elaborazione teorica delle nuove tendenze artistiche: Arte Povera, Land Art e Antiform Art. Partecipa negli anni 1967-1968 come collaboratore alla realizzazione delle prime due rassegne internazionali delle nuove tendenza allo Stedelijk Museum di Amsterdam es alla Kunsthalle di Berna (Svizzera). Lo Stedelijk Museum espone tutt‘oggi, nella parte dedicata alla storia stessa del museo, parte della corrispondenza intercorsa tra Gilardi e Wim Beeren, tra i curatori del museo.
Dal 1968 e per tutti gli anni settanta alla sua attività artistica si affianca la militanza politica in formazioni della cosiddetta Nuova Sinistra (sinistra extraparlamentare o estrema sinistra), abbracciando i movimenti artistici della creatività collettiva e spontanea, e operando in vari ambiti sociali, dove offre il suo contributo nell‘animazione culturale di base. Vive esperienze creative non solo in Italia, ma anche in Nicaragua, in vari Paesi dell‘Africa e nei territori dei nativi - americani negli USA.
Fece ritorno alla piena produzione artistica dal 1981, raccontando il proprio percorso artistico-ideologico in un testo intitolato Dall‘arte alla vita, dalla vita all‘arte, pubblicato nel 1981.
A partire dal 1985 inizia una ricerca artistica con le nuove tecnologie attraverso l‘elaborazione del Progetto "IXIANA" che, presentato al Parc de la Villette di Parigi, prefigura un parco tecnologico nel quale il grande pubblico poteva sperimentare in senso artistico le tecnologie digitali. Nel corso degli ultimi anni ha sviluppato una serie di installazioni interattive multimediali con una intensa attività internazionale. Insieme a Claude Faure e Piotr Kowalski, ha costituito l‘associazione internazionale "Ars Technica". In qualità di responsabile della sezione italiana di Ars Technica promuove a Torino le mostre internazionali "Arslab. Metodi ed Emozioni" (1992), "Arslab. I Sensi del Virtuale" (1995), “Arslab. I labirinti del corpo in gioco” (1999) e numerosi convegni di studio sull‘arte dei nuovi media.
La maggior parte dei recenti lavori di Gilardi è accomunata da un tema, ovvero l‘interazione tra opera e spettatore. Tra le diverse creazioni, si ricordano l‘installazione Pulsazioni, nella quale il battito cardiaco dell‘osservatore dell‘opera - registrato mediante un sensore - determina cambiamenti dell‘insieme; Absolut, foresta di materiali sintetici, traslucidi e freddi, Shared emotion, che coinvolge due persone in una esibizione interattiva informatica, riferendosi alle nuove modalità di approccio e di scambio nella società virtuale e globalizzata.
Lavora al progetto del Parco d’Arte Vivente della Città di Torino dal 2002, di cui è stato presidente. È attualmente membro del Comitato di Direzione Artistica del progetto.
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