Jules Maidoff è nato nel 1933 a New York, nel popolare quartiere del Bronx, da una famiglia di origini russo-rumeno-ebree. Fin dall’infanzia sente che creare immagini è per lui un imperativo. I primi ricordi che riguardano l’arte si riferiscono ad alcune xilografie che illustravano il Libro dell’Esodo. La lettura annuale dei testi Pasquali Ebraici e l’aprirsi della porta, nella casa dei nonni, per consentire all’Angelo della Morte di bere nel proprio calice, rappresentavano momenti di intensa drammaticità: “la mescolanza di riti ed immagini era una metafora pregnante dell’attraversamento della vita, una metafora che mi ha dato la misura del potere e degli effetti che le arti visive hanno sulle persone. Le immagini divennero per me un modo di affrontare la vita”. Prima il liceo artistico a Manhattan, frequentando tutti i luoghi dell’arte della New York del tempo, poi la Cooper Union Art School e il City College, infine la decisione di iscriversi all’Università, “perché ritengo ancora adesso che l’artista ha il dovere di essere preparato intellettualmente”. Fu in quel periodo che Maidoff inizia a fare il graphic design per alcune televisioni dalla ABC alla WABD. Poi la borsa di studio Fulbright per l’Italia. Il soggiorno a Firenze segna l’inizio di un cammino di indagine artistica tuttora centrale nel lavoro di Maidoff: “Mi resi conto di quanto fosse difficile creare un vero quadro, combinando il contenuto sensuale con la tecnica”. Firenze risorgeva dopo la guerra: “ Giravo come un matto tutto il giorno e la notte per le strade e per i musei, mi comprai una Topolino tipo C del ‘39”. Dopo un anno, ritornato a New York, Maidoff inizia ad esporre le sue opere, e allo stesso tempo i suoi lavori diventano copertine per le più importanti case discografiche del tempo. In breve conosce un grande successo, lavora come graphic design per il cinema e la musica. Una vita brillante, al top, ma Maidoff inizia a chiedersi se l’eccitante scena culturale di New York sia veramente ciò che vuole. Dopo alcuni viaggi in Italia, nel 1969, inizia a progettare il suo trasferimento in Italia che avviene in via definitiva nel 1973 (con moglie, bambini e cane), in occasione del suo quarantesimo anno. Sono di quegli anni le mostre con i galleristi e fratelli Montanucci ad Orvieto e nella mitica galleria il Grifo a Roma.
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