Carlo Carrà (Quargnento, 11 febbraio 1881 – Milano, 13 aprile 1966) è stato un pittore italiano che aderì al futurismo e poi alla corrente metafisica. Erede della tradizione ottocentesca prende parte a tutte le vicende del rinnovamento artistico dell’epoca nuova, dal Futurismo alla Metafisica, dal Novecento, ai Valori Plastici.Figlio di artigiani (il padre, un proprietario terriero caduto in disgrazia, gestiva una calzoleria), apprese i primi rudimenti dell‘arte del disegno da giovinetto, durante una forzata permanenza a letto a causa di una lunga malattia. Iniziò ben presto a lavorare come decoratore murale a Valenza, ma la sera seguiva la sua passione artistica frequentando le Scuole serali.
Nel 1900, si recò a Parigi durante l‘Esposizione Universale, per eseguire le decorazioni di alcuni padiglioni. In visita al Louvre, si entusiasmò di alcuni pittori, quali Delacroix, Gèricault, Manet, Pierre-Auguste Renoir, Paul Cézanne, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Claude Monet, Gauguin.
A Londra, invece, si appassionò alle opere di John Constable e William Turner. In questo periodo cominciò a interessarsi di politica, intrattenendo rapporti con gruppi anarchici che interruppe però ben presto. Trovatosi per caso nel corso del funerale dell‘anarchico Galli, ucciso dal custode della fabbrica che picchettava nel corso dello sciopero generale del 1904, ne rimase profondamente colpito, e cominciò a disegnare alcuni bozzetti, che anni più tardi sfoceranno nell‘opera Il funerale dell‘anarchico Galli.
Solo nel 1906 entrò all‘Accademia di Brera, come allievo di Cesare Tallone. Qui incontrò alcuni giovani artisti destinati a essere protagonisti sulla scena artistica italiana: Bonzagni, Romani, Valeri e Umberto Boccioni. Breve esperienza divisionista: è difatti nel divisionismo che Carrà scorge i fermenti più vivi di rivolta al clima provinciale della pittura italiana di quegli anni.
Con quest‘ultimo, Filippo Tommaso Marinetti e Luigi Russolo, redasse un manifesto (1909) destinato ai giovani artisti dell‘epoca, con l‘obiettivo di esortarli ad adottare un nuovo linguaggio espressivo. Nacque così il Futurismo, a cui aderirono subito Gino Severini e Giacomo Balla.
Negli anni quaranta insegna pittura all‘Accademia di Belle Arti di Brera, Milano. Suoi allievi sono stati Giuseppe Ajmone e Oreste Carpi.
[modifica]Il periodo futurista
Di questo periodo è il legame breve ma intenso con Leda Rafanelli, anarchica, che si era separata dal marito, Alberto Ciampi (uno dei maggiori esperti per quanto concerne i rapporti fra futurismo ed anarchia) ha scritto un libro dedicato ai due Leda Rafanelli, Carlo Carrà: un romanzo, arte e politica in un incontro, non per niente Carra‘ dedica un quadro [1] intitolato " Funerali dell‘anarchico Galli" e commenta cosi‘ l‘accadimento
« Vedevo innanzi a me la bara tutta coperta di garofani rossi ondeggiare minacciosamente sulle spalle dei portatori; vedevo i cavalli imbizzarriti, i bastoni e le lance urtarsi, sì che a me parve che la salma avesse a cadere da un momento all‘altro in terra e i cavalli la calpestassero »
[2]Da questo scritto traspare lo stato emotivo di Carrà in quanto durante i funerali vi furono scontri fra poliziotti e partecipanti al corteo funebre.
« Quando, durante lo sciopero generale del 1904, fu ucciso l‘anarchico Galli e durante il suo funerale nacque una mischia di inaudita violenza, Carrà, trovatosi lì per caso, ne fu fortemente impressionato, e tornato a casa schizzò il disegno da cui prese spunto più tardi per il quadro I funerali dell‘anarchico, esposto nelle mostre futuriste del 1912. »
[3]
Carrà collaborò al movimento futurista per sei anni. I concetti ispiratori della pittura futurista vennero pubblicati sulla rivista Lacerba, a cui egli collaborò attivamente. Carrà concepiva i suoi quadri come immagini dinamiche ma allo stesso tempo non soltanto limitate a dare la sensazione di movimento, destinate attraverso il colore, a eliminare la legge fissa di gravità dei corpi. Nel 1908 Carrà conosce Boccioni e Russolo, e dopo aver incontrato Marinetti firma Il manifesto dei pittori futuristi l‘11 febbraio 1910, e il Manifesto tecnico della pittura futurista l‘11 aprile 1910. Suo è il manifesto La pittura dei suoni, rumori, odori (1912). Il distacco dal Futurismo avviene nel 1916, quando dà avvio con De Chirico alla pittura metafisica.
Le principali opere futuriste di Carrà sono:
La stazione di Milano (1910-11)
I funerali dell‘anarchico Galli (1910-11)
Luci notturne (1910-11)
Donna al balcone (1912)
La Galleria di Milano (1912)
Trascendenze plastiche (1912)
Manifestazione interventista (1914).
[modifica]Il periodo metafisico
A partire dal 1915 Carrà comincia a sentire l‘esigenza di abbandonare i temi della velocità e del dinamismo, cercando un contatto più strutturato con il reale. La guerra coinvolgeva Carrà, prima con una intensa attività interventista, durante la quale conobbe anche Cesare Battisti, e poi con la chiamata alle armi. Ma l‘esperienza fu talmente dolorosa, che finì ricoverato in un nevrocomio a Ferrara. In questa città, nel 1917, conobbe Giorgio De Chirico e Filippo De Pisis con i quali definì i principi teorici della Metafisica. Dopo alcune opere in stile dechirichiano, il pittore raggiunse ben presto una propria individualità artistica, per cui Carrà non rimase confinato tra le formule tipiche del movimento metafisico, nella sua arte la metafisica fu decisamente superata dalla poesia e dal senso del magico. Nel 1919 contrasse matrimonio con Ines Minoja e iniziò la collaborazione alla rivista d‘arte Valori plastici di Roma, che proseguì fino al 1921. Le principali opere di questo periodo sono:
L‘idolo ermafrodito (1917)
Madre e figlio (1917)
Il figlio del costruttore (1917-1921)
L‘amante dell‘ingegnere (1921)
L‘attesa (1923)
Meriggio (1923)
[modifica]Il periodo trascendente
Nel 1922, una nuova svolta nel percorso artistico di Carrà, che lo porta ad abbandonare anche la metafisica, spinto dal desiderio di "essere soltanto se stesso". La pittura deve cogliere quel rapporto che comprende il bisogno di immedesimazione con le cose e il bisogno di astrazione» e la contemplazione del paesaggio si risolve allora nella «costruzione» di un quadro, sia montano sia marino. Conosce anche il pittore-poeta milanese Cesare Breveglieri (il quale lo ritrasse mentre dipingeva).
[modifica]Opere
il ciclista " (1913)
La foce del Cinquale (1925)
Partita di calcio (1934), olio su tela
Costruttori (1949-1950), realizzato, insieme ad un autoritratto, per l‘importante collezione Verzocchi sul tema del lavoro. La Collezione è oggi conservata presso la Pinacoteca Civica di Forlì
Estate sul fiume (1951)
Cavalli al mare (1953)
Ritorno dai campi
Autoritratto
Arresto di Cesare Battisti
Marina con albero(1930)
Il cavaliere rosso(1913)
Manifestazione Interventista (1914) collage su cartone, collezione Gianni Mattioli
"Nuotatori"(1929), olio su tela (Milano, Collezione privata)
La Camera Incantata
[modifica]Musei
Elenco dei musei che contengono opere dell‘artista:
Civico Museo d‘Arte Contemporanea di Milano
Civico Museo Revoltella
Pinacoteca comunale di Città di Castello
Pinacoteca di Brera
Pinacoteca civica di Alessandria
Pinacoteca civica di Forlì
Städelsches Kunstinstitut di Francoforte
Kunstsammlung di Düsseldorf
Museo Peggy Guggenheim Venezia, collezione Gianni Mattioli
GAM di Palermo
Galleria Comunale d‘arte di Cagliari
scuderie del quirinale
[modifica]Onorificenze
Cavaliere di gran croce dell‘ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 2 giugno 1961.[4]
Grand‘ufficiale dell‘ordine al merito della Repubblica Italiana
— Roma, 30 dicembre 1952. Su proposta della Presidenza del Consiglio dei ministri.[5]
[modifica]Scritti
Carlo Carrà - Tutti gli scritti - a cura di Massimo Carrà (Feltrinelli 1978)
[modifica]Note
^ Funerali dell‘anarchico Galli
^ quadri di Carra‘ (archiviato dall‘url originale)
^ biografia di Carrà
^ Cavaliere di gran croce dell‘ordine al merito della Repubblica Italiana Carlo Carrà
^ Grande ufficiale dell‘ordine al merito della Repubblica Italiana Carlo Carrà
[modifica]Bibliografia
Dizionario biografico degli italiani, XX, Roma, Istituto dell‘Enciclopedia italiana, 1977
[modifica]Collegamenti esterni
Ten Dreams Galleries
v · d · mVincitori celebri del Premio Marzotto (1951-1968)
Letteratura: 1951: Luigi Santucci; Luigi Romersa; 1952: Giovanni Papini; Filippo de Pisis; 1954: Luigi Compagnone e Alfonso Gatto - Mario Pomilio (opera prima); 1955: Anna Banti e Libero Bigiaretti; 1956: Eugenio Montale; 1957: Umberto Saba (postumo), Mario Luzi e Alberto Moravia (ex-aequo) ; 1958: Riccardo Bacchelli; Gino De Santis; 1965: Ignazio Silone;
Pittura e scultura: Renato Guttuso; 1956: Felice Carena; Lucio Fontana; Umberto Lilloni; 1958: Carlo Montarsolo; 1962: Lucebert; 1964: Alberto Burri; Filippo de Pisis; Carlo Carrà; Enrico Accatino; 1968: Tadeusz Kantor, Juan Genovés e Horst Antes;
Economia: 1952 (prima edizione): Marco Fanno; 1953: Rodolfo Benini (premi minori a Luigi Amoroso e Benvenuto Griziotti);
Giornalismo: 1957 (prima edizione): Alberto Giovannini; 1967: Gaspare Barbiellini Amidei
Teatro: Federico Zardi; 1964: Arnold Wesker; 1967: Natalia Ginzburg;
Musica: 1958: Francesco d‘Avalos; 1964: Giselher Klebe; 1966: Franco Donatoni; 1967: Paul Wunderlich; 1968: Marius Constant
Medicina: 1967: Giovanni Felice Azzone;
Letteratura dei giovani: 1955: Folco Quilici (documentario Sesto continente);
Critica: 1952: Giuseppe Antonio Borgese; 1957: Quintino Cataudella;
Tesi di laurea: 1956: Edda Serra; 1963: Gilberto Mazzoleni;
v · d · mFuturismo
Esponenti principali Filippo Tommaso Marinetti · Umberto Boccioni · Giacomo Balla · Carlo Carrà · Luigi Russolo · Antonio Sant‘Elia · Gino Severini · Enrico Prampolini · Fortunato Depero · Valentine de Saint-Point
Esponenti secondari Fillia · Mario Sironi · Ardengo Soffici · Ottone Rosai · Arnaldo Ginna · Bruno Corra · Anton Giulio Bragaglia · Aldo Palazzeschi · Francesco Balilla Pratella · Nicolay Diulgheroff · Ivo Pannaggi · Vittorio Osvaldo Tommasini · Tato · Joseph Stella · Benedetta Cappa · Rougena Zatkova
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