Bruno Cassinari nasce a Gropparello, vicino Piacenza, il 29 ottobre 1912. Nel 1929 si trasferisce a Milano dove frequenta l‘Umanitaria e l‘Accademia di Brera diplomandosi nel 1938 con Aldo Carpi. Legatosi presto, pur senza condividerne gli accenti di forte polemica con la pittura metafisica e novecentista, al gruppo milanese di Corrente, partecipa a diverse collettive e tiene in seguito la sua prima personale a Milano alla Bottega degli artisti di Ernesto Treccani, presentato da Elio Vittorini. Dopo la guerra aderisce al gruppo della Nuova Secessione Artistica Italiana con Guttuso, Morlotti ed Emilio Vedova, ma se ne distacca prima della sua trasformazione nel Nuovo Fronte delle Arti, per aderire nel ‘50, insieme a Morlotti, e sotto lo stimolo di Lionello Venturi, al Gruppo degli Otto in favore di un indirizzo artistico che lo stesso Venturi definì "astratto-concreto". Protagonista di molte edizioni della Biennale di Venezia, sempre presentato da critici prestigiosi, spesso invitato alla manifestazione Documenta di Kassel, Cassinari è stato in questo dopoguerra uno degli artisti italiani più conosciuti all‘estero dove la sua opera ha sempre ricevuto l‘apprezzamento dei maggiori critici ed artisti europei, fra cui Chagall, Paul Eluard e Picasso, che volle presentarne la mostra di Antibes. La sua pittura, dove l‘iniziale fauvismo ed espressionismo si è via via più combinato con un sostanziale cubismo, si è sempre distinta per il suo carattere di lenta, profonda e quasi mistica meditazione sulla tensione tra forma e colore, il che le conferisce un persistente fascino intellettuale. Il colore, sia quando è squillante e luminoso, sia quando si inabissa in buie profondità, ha sempre in Cassinari una forte allusività lirica e ed evocativa. Proprio per questo l‘artista ha rifiutato di considerare astratta la propria opera in cui si esprime, al contrario, una sensazione soggettiva molto concreta che in arte appunto, per Cassinari, è l‘unica realtà che conta. Ed è in questa chiave di linguaggio "astratto-concreto" che va letta la particolare "visionarietà lirica" di Cassinari. Bruno Cassinari è morto a Milano nel 1992
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